Touhou Project: Missing Past

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Lady Cortex
view post Posted on 20/9/2010, 16:25




Touhou Project
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Missing Past



Stage 1: Fujiwara No Mokou, Fire Flower



"Padre, padre!"
La piccola Fijiwara No Mokou, di soli sei anni, correva verso la capanna dove il padre, il signor Hakota No Mokou, per mostrargli un suo disegno, che raffigurava i due e la madre, morta due anni prima per una malattia.
"Sono qui Mokou. Cosa c'è?"
"Guarda qua!" Gli mostrò con fierezza il foglio dove aveva disegnato la famiglia "Ti piace? La maestra ha detto che è bello, ma..."
"E' stupendo, figliola."
L'uomo diede una carezza alla figlia, che sorrise orgogliosa di sè stessa. Abbassò un po' gli occhi, chiedendo al genitore:
"Voglio che lo porti con te, quando partirai..."
Con un sorriso molto dolce, Hakota continuò ad accarezzare la testa della bambina, annuendo.
"Ma...ma devi per forza partire?! Quella principessa non mi piaceee!!"
"Vedi, Mokou" cominciò a spiegare l'uomo tranquillo "come sai, da quando la mamma non c'è più, sono costretto a lavorare di meno per badare a te, e questo ha reso la nostra famiglia molto povera...Anche la zia sta facendo del suo meglio per guadagnare di più, ma è difficile...
Quindi capisci che devo riuscire a trovare i cinque oggetti richiesti dalla principessa Houraisan per permetterti una vita tranquilla."
"Io però continuo a pensare che sia antipatica e cattiva!"
"Ahah...Dai, non preoccuparti...Vedrai che prima o poi, quando sarà la tua mamma, farete amicizia."
Mokou sbuffò, distogliendo lo sguardo.
"Mi prometti che farai la brava dalla zia?"
"P-papà...Io..."
La piccola scoppiò in lacrime, abbracciando il padre.
"Non partiree!! Non voglio che tu partaaa! Waah! Waaaah!!"
"Tornerò presto, non preoccuparti, mio piccolo fiore di fuoco..."

Nonostante la promessa, Mokou dovette stare a casa della zia per dieci anni. La donna, di circa trentasei anni, era chiamata Hikari No Mokou ed era la sorella minore di Hakota. Voleva un mondo di bene alla nipote, tanto che spesso finiva per viziarla. Nonostante ciò, era una frana nelle faccende di casa, e Mokou era stata quasi costretta ad imparare a cucinare, tagliare la legna e fare i vari lavori dopo il primo anno.
Il giorno del sedicesimo compleanno, le due ricevettero la visita di un vecchio amico di Hakota. Egli aveva in mano il vecchio cappello dell'uomo e il disegno che gli diede la figlia.
"Prima di andarsene, volle che tu avessi questi."
La ragazza non era pronta ad una notizia del genere. Prese i due doni, con le lacrime che piano piano le scendevano.
"Mokou-chan..."
Hikari tentò di calmarla, ma dopo la partenza dell'amico del padre, Mokou crollò a terra, urlando e piangendo.
"E' tutta colpa di quella principessa! Se non fosse stato per lei, mio padre..."
"Mokou-chan, non è colpa di nessuno..."
"Sì che lo è!! E' tutta colpa di Kaguya!! Io la ucciderò per questo!!!"
"Mokou!!"
La zia, esasperata, si cascò sulla poltrona, mentre la ragazza continuava a piangere guardando il pavimento.

Quella notte, Mokou aveva già pianificato tutto.
Mi chiedo cosa ci trovino in una bambinetta come quella...Oltre ai soldi, cos'ha di tanto speciale?!
Era armata di una piccola katana del padre e di una fionda, che sarebbe servita per mettere fuori gioco le eventuali guardie. Non voleva versare sangue inutilmente: il suo unico obbiettivo era Kaguya.
Come si immaginava, due omaccioni, i più muscolosi del villaggio, erano all'ingresso della dimora della principessa. Si nascose dietro ad un cespuglio, colpendoli alla testa con dei sassi.
Perfetto!
Avanzò piano, evitando le altre guardie all'interno del modesto palazzo, fino a trovarsi vicino alla porta che conduceva alla camera di Kaguya, sorvegliata da due uomini mezzi addormentati. Anche per loro, dovette usare lo stesso stratagemma che aveva utilizzato poco prima all'igresso.
Aprì il portone, entrando nella stanza più lussuosa che abbia mai visto nella sua breve vita. Guardò meravigliata la stanza, e particolarmente il letto a baldacchino, bianco come la neve, dove risaltava una testa con lunghi capelli neri. Imrpovvisamente, Mokou ebbe un brivido: uccidere una persona a sangue freddo...Era terribilmente spaventata.
No! Scema! Pensa a ciò che è successo!! Per colpa sua, tuo padre è morto!
Richiuse la porta tentando di non fare rumore, per poi avvicinarsi al letto, la katana tra le mani tremolanti, il sudore che cominciava a scendere. Puntò l'arma alla gola della principessa, che si svegliò di soprassalto al contatto con la lama fredda.
"Kaguya Houraisan, preparati. Io, Fujiwara No Mokou, la figlia di Hakota No Mokou, sono colei che porrà fine alla tua vita."
Dal letto arrivò una risata. Non spaurita come se l'era immaginata Mokou, più che altro era divertita, come se le avesse appena raccontato una barzelletta.
"Tu, uccidermi? Ma che stupida..."
Kaguya spostò la katana con un colpetto, alzandosi dal letto e girandosi verso Mokou. Era incredibilmente bella e dimostrava circa la sua età.
"E cosa intendi fare? Infilzarmi con quella spada giocattolo?"
Con uno scatto d'ira, Mokou lanciò la katana verso Kaguya, che non si spostò neanche. La lama la perforò da parte e parte, ma non cadde a terra, non urlò dal dolore, niente!
"C...Che diavoleria è mai questa?!"
"Tutto grazie all'Elisir Hourai. Lo sai, l'Immortalità..."
"Immortalità?!"
Una risposta del genere proprio non se la aspettava.
"Che sciocchezza! E' impossibile!!"
"Tu dici? Sulla luna, da dove provengo, tutto è possibile. Con un sorso, non si prova più dolore." In effetti, nessun urlo era sospetto "Con due sorsi, non si invecchia mai." In undici anni, il suo aspetto non era mai cambiato "Con tre sorsi...non si muore mai. E credo proprio che anche una come te se ne sarà accorta. Guardie! Sistemate questa ragazzina!"
Si sfilò la katana dal corpo, mentre la ferita si rimarginava. Mokou già sentiva degli uomini arrivare...Superò il letto con un salto, prese l'arma e fuggì dalla finestra, dove la principessa si affacciò.
"Sciocca."
Corse fino alla casa della zia, dove lasciò un messaggio, per poi scappare di nuovo.
"Mi dispiace..."
Continuò a correre, sempre più veloce, fino a raggiungere la foresta di Bamboo. Dopo un attimo di esitazione, si addentrò all'interno di essa.
Si fermò solo quando fu sicura che nessuno la inseguiva più. Cadde a terra, stremata.
"Sono una stupida..."
"Non dire così."
Ignorando tutta la stanchezza, la ragazza scattò in piedi preparandosi ad un'eventuale battaglia. Davanti a lei c'era un uomo piuttosto anziano, con un bastone da passeggio e una piccola bottiglietta in mano.
"Chi saresti, tu?"
Uhm...Non sembra pericoloso.
"Fujiwara No Mokou, signore."
"Oh, devi essere la figlia di Hakota No Mokou, dunque. Come se la passa?"
La giovane abbassò la testa.
"Capisco. Abbiamo passato un mese a viaggiare alla ricerca delle Cinque Richieste della principessa. Un brav'uomo. Mi dispiace molto.
A proposito, cosa ci fai qui? Gli abitanti del villaggio escono poco spesso dalle loro case, figuriamoci addenstrarsi in un posto come questo."
Mokou capì che si poteva fidare di quell'uomo e gli raccontò tutto ciò che era successo quella notte. Alla fine, ricevette un colpetto sulla testa con il bastone del vecchio. Un po' debole, ma comunque doloroso.
"Come sei messa adesso, non potresti mai sconfiggere una come Kaguya. Conosce magie che tu non potresti mai nemmeno immaginare, è immortale e ha il controllo di molti uomini."
Cadde il silenzio, interrotto un po' di secondi dopo da Mokou.
"Se pensate che io mi arrenda, si sbaglia, signor..."
"...Koida. Ma tu puoi anche chiamarmi sensei. Se davvero vuoi scontrarti con Kaguya, avrai bisogno dei miei insegnamenti, se ne hai voglia."

Passò un anno di allenamenti, viaggi e fatiche. Un giorno, sensei Koida stette via per tutta la giornata, tornando solo a notte fonda. Mokou lo aspettava sulla cima di una piccola montagnetta dove spesso di riposavano.
"Dove siete stato?"
"Alla tomba di tuo padre. L'ho finalmente trovata."
"Già, è un anno che..."
"Mokou-chan."
Lei alzò la testa. Koida le diede la piccola bottiglietta piena di liquido dorato che portava sempre con sè.
"Ora mi sembri pronta a berla."
"...Cos'è questa...?"
"E' ciò che ti permetterà di sconfiggere Kaguya.
E' l'Elisir Hourai."
Mokou rimase sconvolta, scuotendo la testa. In quell'anno, aveva scoperto che l'ingrediente principale dell'Elisir erano parti di corpi umani. Non ne aveva il coraggio.
"Ora, le lezioni sono finite." il sensei prese le mani dell'allieva, poggiando su di esse l'Elisir. "Io dovrò andarmene, probabilmente non ci incontreremo mai più. Sta a te decidere se berla o no."
Cominciò ad incamminarsi, nonostante le protente di Mokou.
"Addio, Mokou-chan."
"Sensei..."

In meno di tre ore, Mokou aveva raggiuto la tomba del padre. Si trattava semplicemente di una piccola roccia sul ciglio della strada con il nome di Hakota, davanti alla quale erano stati piantati dei fiori.
La ragazza si sedette davanti ad essa, guardando la bottiglietta dorata. Le tremavano le mani, mentre toglieva il tappo. L'odore che ne fuoriuscì era nauseabondo, non osava immaginarsi il sapore.

Con un sorso, non si prova più dolore.


Bevve la prima sorsata, quando sentì che cominciava a mancarle l'aria.

Con due sorsi, non si invecchia mai.


Bevve una seconda sorsata, per poi appoggiare la testa sulla strada. L'unica cosa che sentiva era una fitta al petto. Non riusciva più a respirare, e urlava. Ma nonostante ciò, volle dare un'ultima sorsata.

Con tre sorsi, non si muore mai.


La bottiglietta le sfuggì di mano. E se tutto ciò era solo un tranello? Se Koida fosse stato un aiutante di Kaguya? No, impossibile. L'avrebbe uccisa prima. Ma tutto quel dolore, quell'angoscia...Continuando ad urlare, si appoggiò alla "stele" del padre, tentando, inutilmente di alzarsi.
Non ce la faccio...
Si accasciò a terra, ansimante, dolorante e sudata. Improvvisamente, sentì caldo. I fiori si incenerirono, così come l'erba intorno a lei.
Sentiva i sensi che piano piano la lasciavano.
Muoio. Non sento più dolore.
Poi, l'oscurità.
Addio.

Si risvegliò qualche ora dopo. Era in un letto, con uno straccio bagnato sulla fronte. Si trovava in una piccola camera da letto, con pochi mobili e sotto una finestra: dalla luce, pensò che probabilmente era pomeriggio inoltrato.
Si rilassò, costatando che non era morta.
Chissà quanto sono stata priva di coscienza...
Pochi secondi dopo, dalla porta d'ingresso entrò un giovane dai capelli albini, alto e molto carino. Doveva avere circa l'età di Mokou, anno più anno meno. Tra le mani aveva un vassoio con tè verde e un po' di riso.
"Oh, ti sei svegliata, finalmente."
Appoggiò il vassoio vicino alla ragazza, incitandola a mangiare. Dapprima un po' sulle difese, Mokou si gustò il pasto.
"Pensa che sei rimasta senza coscienza per almeno due giorni..."
A lei andò quasi di traverso il tè. Tre giorni?!
"Ah, giusto. Io sono Ikarus Kamishirasawa e..."
"Siamo lontani dal villaggio?"
Mokou ancora temeva che qualcuno l'avesse seguita in tutto quel tempo passato con Koida. Ikarus la guardò un po' sbigottito, per poi squotere un po' la testa.
"Siamo in uno sputo di terra dimenticato anche dagli dei, non ci passano molti da queste parti."
La ragazza fece un sospiro di sollievo, presentandosi. Lui le spiegò che l'aveva trovata svenuta sul ciglio della strada e aveva deciso di portarsela con sè, per curarla.
"Capisco." Mokou fece per alzarsi dal letto "Mi spiace per avervi fatto preoccupare, signor Kamishirasawa. Come potrei sdebitarmi?"
"Ahah! Tanto per cominciare, dandomi del tu e non chiamandomi signore. Mi fa sentire vecchio. E poi, per me non c'è stato nessun disturbo..."
"No, dico sul serio! Sono brava con le faccende domestiche e..."
Ikarus ci pensò un po' sù, per poi accettare: bisognava lavorare tanto da quelle parti, e della manodopera extra sarebbe servita a molto!

Mokou non parlò mai ad Ikarus di ciò che aveva fatto a Kaguya, nè dell'Elisir Hourai. Fino a qualche mese dopo il loro incontro.
Era agosto inoltrato e fino a quel momento la ragazza non era mai tornata al suo villaggio. Nonostante ciò, dopo tutte le richieste del ragazzo, aveva deciso di accompagnarlo per comprare degli strumenti da lavoro. Durante il viaggio, il giovane era rimasto silenzioso tutto il tempo, perso nei suoi pensieri. Ma una volta arrivati al villaggio, si decise a chiedere ciò che più di una volta aveva desiderato chiedere a Mokou.
"Vorrei...vorrei tanto sposarti."
La ragazza rimase di stucco, a guardare l'amico. Abbassò lo sguardo.
"Ikarus, io..."
"Hey, ma quella non è mica quella che ha tentato di ammazzare la principessa?!"
Una guardia l'aveva vista! Non poteva credere che si ricordassero ancora di ciò. In poco tempo, furono completamente circondati.
"Cosa significa, Mokou?!"
"Fujiwara No Mokou, sei colpevole di aver tentano di uccidere la principessa Kaguya Houraisan. Seguici con le buone o saremo costretti a farti del male."
Mokou rimase a pensare. Doveva riuscire a fuggire! Si concentrò.
"Ebbene?!"
Nessuna risposta. La ragazza strinse i pugni. Dentro di lei, sentiva il calore di mille soli bruciare.
"Avanti, uomini!"
"Fermi!!"
Lei alzò un braccio, dal quale uscì una piccola fiamma che colpì in pieno petto una guardia.
E così, è questa la magia...
"Piccola strega! Cosa credi, anche noi siappiamo fare incantesimi!!"
La battaglia cominciò. Più che magie, Mokou usava la sua agilità e un bastone trovato a terra per attaccare, ma sapeva che non sarebbe andata molto bene...Quando poi, una delle guardie materializzò un enorme lancia, che andò dritta verso Ikarus. Raccogliendo tutto il coraggio che aveva, la ragazza lo spinse via, venendo colpita al suo posto. La lancia la perforò da parte a parte, facendole sputare molto sangue.
"NOOO!! MOKOU!!"
Era già pronta alla morte, quando notò una cosa: non provava dolore. Niente di niente. Si meravigliò...Allora, l'Elisir aveva funzionato!
"Che diavoleria è questa?!"
"La stessa diavoleria che usa Kaguya. In quanto a voi..." Aggrappò la lancia, frantumandola con la magia. Il buco del suo stomaco si rimarginò in pochi secondi "Non vi posso permettere di fare del male ad Ikarus!!"
Forse non se ne accorse nemmeno. Dietro di lei erano spuntate due enormi ali infuocate. Neanche conosciendo il significato di quelle parole, urlò:
"EVERLASTING! PHOENIX TAIL!!"
Le guardie, in pochi minuti, diventarono cenere.

"Perchè non mi hai detto niente, fino adesso?"
Erano tornati a casa. Entrambi erano sconvolti da ciò che era accaduto.
"Temevo che...se l'avessi saputo, non mi avresti mai più voluta.
Sono un mostro. Un'assassina. Per questo non posso accettare la tua richiesta."
Fece per andarsene, quando sentì che Ikarus le teneva la mano.
"Non sei un mostro. Sei una Fenice. Una bellissima Fenice. Non mi importa niente di ciò che dirà la gente.
Io ti amo, Fujiwara No Mokou."

Passarono anni felici, nella loro solitudine. Alcune volte furono costretti a fuggire per un po' di tempo, dato che le guardie di Kaguya non si davano tregua.
Ma più Ikarus invecchiava, più Mokou si rendeva conto che l'immortalità, in realtà, è la più terribile pena per gli esseri umani: a cosa serve vivere per sempre se i tuoi cari muoiono comunque?
Quando l'uomo, ormai molto anziano, era già sul punto di morte, consegnà alla ragazza una lettera.
"E' per mia sorella...Si trova al Villaggio Umano dall'altra parte della foresta...Forse è un po' troppo rischioso, ma è il mio ultimo desiderio..."

La ragazza cominciò il viaggio due giorni dopo il funerale del marito. Sapeva bene che il Villaggio Umano era tremendamente lontano, ma nonostante ciò non voleva deluderlo. Purtroppo, il viaggio si dimostrò più lungo del previsto e il cibo finì in fretta.
Per fortuna non posso morire...
Nonostante ciò, cinque giorni di digiuno possono indebolire anche l'essere più forte.
E purtroppo Mokou cominciò a stancarsi poco prima del suo arrivo.
Infatti, si era seduta per riposare quando sentì una voce dannatamente familiare.
"Allora, sei sicura che qui non ci troveranno, Eirin?"
"Sono sicurissima, principessa."
Non è possibile...!
Si nascose per bene dietro ad alcune canne di bamboo, trovandosi terribilmente vicina a Kaguya ed una ragazza dai lunghi capelli bianchi con una treccia. Era già sul punto di combattere, quando una fitta allo stomaco la fermò.
Aaah, che fame!
"Principessa, sento una presenza..."
No, no, nooo!!
In preda al panico, Mokou lanciò una fiammata - piuttosto debole, in verità - alla ragazza, che venne colpita sulla spalla.
"Eirin! Oh.... - Kaguya notò Mokou, ancora nascosta dietri alle canne - Ma guarda te...allora, è vero...Anche tu hai bevuto l'Elisir..."
"Esattamente. Perchè, hai qualche problema a riguardo?"
"Riguardo a cosa? Al fatto che non sono l'unico essere immortale, qui? Beh, oltre a questo... - indicò Eirin, ancora a terra - ...Hai colpito Eirin, e per questo non posso certo perdonarti."
Mosse leggermente le dita, facendo comparire tra esse una sfera di luce, che indirizzò a Mokou. Nonostante la debolezza, questa riusì comunque a schivare l'attacco, che distrusse molte canne di bamboo nelle vicinanze.
La ragazza non era pronta per una battaglia, non adesso! La principessa continuava a lanciarle sfere luminose, mentre lei faceva del suo meglio per schivare almeno quelle più grosse, che ogni volta distruggevano gran parte della vegetazione circostante. mentre contrattaccava con piccole fiammelle, che sicuramente non facevano nemmeno il solletico a Kaguya.
Dopo pochi minuti, Mokou capì che non poteva ancora vincere. Fece dietrofront, ma appena si girò si trovò bloccata dalla nemica, che le appoggiò una mano sulla schiena.
"Non posso permetterti di fare di nuovo del male ad Eirin!! Divine Treasure! Salamander Shield!"
Una luce rossa ricoprì completamente Mokou, che parve quasi sentire una fitta sul punto dove la principessa l'aveva toccata. In pochi secondi, si ritrovò accasciata a terra, con i vestiti stracciati, provata da quest'ultima magia...
"E ora..."
"P-Principessa..."
Eirin si rialzò piano, facendo un segno con la testa a Kaguya.
"Stanno arrivano...L-Li sento..."
In poco tempo, si dileguarono, lasciando sola la ragazza.
Si sentiva mancare, non avrebbe retto molto.
Ma doveva continuare, l'aveva promesso.

Raggiunse il villaggio alle 11 di quella stessa giornata. Chiese in giro dove si trovasse la scuola dove lavorava la sorella di Ikarus a degli uomini del vilaggio, e più di una volta dovette appoggiarsi ad un albero o ad un muro per continuare a camminare.
Una volta arrivata alla scuola, presa da una gioia incontrollata, corse verso la classe, aprendo la porta di scatto e spaventanto insegnante ed alunni.
"Siete voi...Keine Kamishirasawa...?" Chiese ansimante.
L'insegnante si alzò, un po' sulle divensive: non era cosa da tutti i giorni trovare una ragazza dai capelli incredibilmente lunghi e vestita di stracci sulla soglia della classe!
"Sì, sì perchè?"
"Finalmente..." E, con il sorriso sulle labbra, Mokou svenne...

Una volta sveglia, Mokou aveva consegnato a Keine la lettera di Ikarus, dove c'era scritto semplicemente...

すみませんが


SPOILER (click to view)
significa "mi dispiace", ho voluto scriverlo in giapponese

La ragazza immortale scoprì che la sorella del suo sposo sapeva già tutto di lei, grazie alle lettere che il fratello le mandava regolarmente per i primi tre anni di matrimonio.
"Poi cos'è successo?"
"Si tratta dell'eredità di nostro padre...Non si tratta di soldi, case o gioielli, ma qualcosa di più...Ikarus andò su tutte le furie quando scoprì che lui, il figlio maggiore, non era l'erede..."
Calò il silenzio, mentre Keine versava un altro po' di tè nella tazza di Mokou.
"Beh, ora cosa farai?"
"Sinceramente, non ne ho idea...Ma non penso che mi tratterrò per molto."
"Io comunque sono in debito con te. Non sai da quanto aspetto questa lettera..."
"...Lei è una professoressa, giusto?"
La sensei annuì un po', immaginandosi la richiesta.
"Vede io...S-Sono...
...Insomma, non so nè leggere nè scrivere! Mi chiedevo se..."
"Non preoccuparti. Le lezioni con i ragazzi finiscono alle tre, da allora in poi sarò a tua completa disposizione!"

Le giornate passavano incredibilmente tranquille, e Mokou faceva passi da gigante: in poco tempo aveva imparato a scrivere - quasi - correttamenet e leggere le parole meno difficili. In più, una delle alunne migliori di Keine, Hieda no Are, considerava la ragazza come una sorella maggiore.
Mokou si chiese se tutta quella felicità sarebbe potuta durare per sempre...
...e la risposta venne la notte del 21 marzo.
Mokou aveva deciso di fare una passeggiata notturna, quando sentì una voce dietro di lei.
"Ma guarda un po' chi c'è..."
Era di nuovo Kaguya...Ce ne aveva messo di tempo prima di trovarla, ma ora era lì, di fronte a lei.
"Cosa vuoi?"
"Semplicemente chiudere i conti con te. Hai ferito la mia migliore amica!"
"Ah sì? Beh, per colpa tua mio padre è morto. Direi che vinco io."
"Non mi pare che sei nella posiozione di scherzare. Quell'idiota di tuo padre ha avuto ciò che meritava."
Mokou si lanciò contro Kaguya, ma il suo pugno venne bloccato da quest'ultima.
"Oh lallà? Ti consiglio di stare calma..."
Schioccò le dita, mentre dietro di lei compariva una ragazzina dalle orecchie da coniglio e i capelli corti e neri, che teneva in ostaggio Are.
"Sorellona Mokou!!"
La ragazza immortale rimase quasi paralizzata.
"Codarda..."
"Silenzio, ragazzina."
Kaguya lanciò un incantesimo alla nemica, che cadde in ginocchio, rendendosi conto che non poteva fare niente: la principessa non avrebbe esitato a fare del male a quella bambina se lei l'avesse attaccata di nuovo.
Gli incantesimi che Kaguya lanciava erano sempre più forti, così come le urla di Are, che divincolandosi tentava di sfuggire alla presa del coniglio-youkai. Mokou era distesa a terra, con la maggior parte dei vestiti a pezzi. Non poteva sentire dolore, ma era comunque stanca di essere colpita. Solo un miracolo poteva salvarla.
E quel miracolo si presentò: capelli verdi, una coda folta, due lunghe corna, terribilmente simile a...
"Keine?!"
La donna colpì la youkai, riuscendo a liberare la bambina.
"Scappa Mokou!!"
"Neanche per sogno..."
Tirò un pugno a Kaguya, che si era distratta.
"...Non intromettetevi, questa è la mia battaglia."
Kaguya era più forte per quanto riguardava la magia, mentre Mokou era più agile e riusciva a schivare gli attacchi.
Poi, però, la principessa fece una mossa che era meglio se evitava: tirò fuori un piccolo ramoscello con delle pietrie incastonate su di esso.
"Cos'è...Un amuleto, quello...?"
La donna non rispose.
"Divine Treasure. Hourai Jewel -Dreamlike Paradise-"
Mille sfere di colori diversi andarono verso Mokou, che non potè fare niente per fermare l'attacco, stavolta.
"MOKOU!!"
"Sorellonaaa!!"
Intorno a lei si generò un fumo enorme. Ma non era stato generato dall'attacco, bensì da Mokou stessa: le erano cresciute due enormi ali di fuoco sulla schiena ed era tornata all'attacco. Le fiamme che circondavano lei e Kaguya sembravano entrate anche negli occhi della ragazza: era furiosa. Dopo due colpi, riuscì a prendere Kaguya per la gola.
"Quel...quel ramo...è il ramo del Monte Hourai, vero?
Una delle tue richieste impossibili, VERO?!?"
Kaguya rise sottovoce, dopodichè ricevette un calcio allo stomaco.
"RISPONDIMI!!"
"Tutti quei pezzenti...In un modo o nell'altro...dovevo togliermeli dai piedi, no?...Ehehh...Sì, le "Richieste Impossibili" sono già tutte in mio possesso..."
"Io..."
Mokou tremava. Suo padre era morto invano, così come decine di altri uomini.
E tutto per quella donna.
"...IO TI UCCIDO! HOURAI! FUJIYAMA VOLCANO!!!"
Le fiamme avvolsero Kaguya: non poteva morire, non poteva provare dolore, ma Mokou non riusciva più a trattenere la sua ira. Quando l'attacco finì, era comunque allo stremo delle forze.
"Vattene, e non tornare qui."
Spaventata, la principessa alzò i tacchi, mentre Mokou cadeva sulle ginocchia. Venne comunque sorretta da Keine e abbracciata da Are.
"Accidenti, eri una furia...Stai bene...?"
"...Cosa ti è successo?"
L'amica l'abbracciò, spiegandole che era quello il suo segreto e l'eredità di suo padre: era un hakutaku, e ciò può essere trasmesso solo ad un figlio.
"Cosa hai intenzione di fare, ora...?"
"...Credo che me ne andrò di qui. Sicuramente, Kaguya se la legherà al dito, e io non posso permettere che voi vi facciate del male."
"Sorellona..."
Mokou si alzò, diretta alla foresta di bamboo, quando venne fermata da Keine.
"Almeno, dimmi dove potrò trovarti."
"Non preoccuparti. Questo non sarà sicuramente un addio."

Fine Stage 1

Edited by Lady Cortex - 27/9/2010, 18:12
 
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Der Assistent Gescheitert
view post Posted on 20/9/2010, 17:54




Great!! [Cit.]
 
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Lady Cortex
view post Posted on 27/9/2010, 17:13




Stage 2: Alice Margatroid, the Dollmaker of Makai



Alice, di soli 11 anni, era stata sconfitta ben due volte dalle quattro ragazze che, in poco tempo, avevano portato alla distruzione di Makai, la tua terra natia, e, forse, anche a sua madre Shinki. Era ben nascosta in una piccola grotta dove si sono riuniti i vari Demoni e Youkai sopravvissuti alla distruzione. Con lei, c'era anche Yumeko, la capo-cameriera del Pandaemonium. La stringeva in un timido abbraccio, sussurrandole che certamente sua madre stava bene, era riuscita a salvarsi dall'esplosione da lei stessa creata per tentare di sconfiggere le "Quattro di Gensokyo"...
Ma la realtà era che neppure lei ci credeva tanto...

"Vado a fare un giro, questo posto mi annoia."
Alice prese il suo Grimorio e uscì dalla grotta, dopo quattro giorni di segregazione. Alcuni demoni facevano del loro meglio per tentare di mettere a posto alcune case.
Possibile che quelle quattro non si curino del fatto che hanno appena distrutto un mondo abitato, e magari anche ucciso dei bambini?
Che schifo.

Camminava tranquillamente, tenendo il libro stretto al petto, e senza accorgersi che si allontanava sempre di più dalla zona sicura: si stava dirigendo inconsapevolmente verso il luogo dove una volta si ergeva il Pandaemonium.
Intorno a lei, la vegetazione e la luce si facevano sempre più rarefatte. Yumeko l'aveva avvisata che in quel posto si erano stanziati un gruppo di Demoni che odiavano Shinki per aver distrutto Makai.
Una volta capito dove stava andando, era troppo tardi. Cinque Demoni la circondarono in poco tempo.
"Eheheh...Ma guarda chi c'è, la figlia di quella bastarda..."
"Cosa ci fai da queste parti, mocciosetta?"
"N... - La bambina tentò di farsi coraggio - Non osate parlare così a qualcuno come me!"
Ricevette un sonoro ceffone da un nemico, che la face cadere a terra.
"Cos'è, la mamma non te le ha insegnate le buone maniere?!"
"Oh, guarda, l'abbiamo fatta piangere!"
"Ahahah! Piangi, piangi, bastardella!"
Raccogliendo il poco coraggio che le era rimasto, Alice si alzò e cominciò a sfogliare il Grimorio, cercando un incantesimo che l'avrebbe salvata, quando...
"Non vi vergognate a trattare così una bambinetta?! MASTER SPARK!!"
Un enorme raggio sfiorò Alice, colpendo tre Demoni. La bimba si girò, trovandosi faccia a faccia con la maga che l'aveva sconfitta poco tempo fa.
"KABOOM! Da ze!!"
"Tu..."
"Dannata! Prendiamola, gente!"
In pochi secondi, anche gli altri due Demoni furono pestati per bene dalla ragazza, che, vedendo quei tipi grandi e grossi scappare di fronte ad una ragazzina di 13 anni, si mise a ridere di gusto.
"Ahahah! Non li fanno più come una volta!!...Oh, ma tu sei la bambina dell'altra volta! Mmmh...com'è che ti chiamavi...? Mi ricordo che c'era nel libretto d'istruzioni...C'era la A...No, non dirmelo, lo so!! Mhh...A...A...Alessia?"
"MA SEI STUPIDA?!"

"Che ci fai qui? Non sei la benvenuta!"
"Ooh, scusa tanto se ti ho salvata, eh! Comunque, stavo facendo un giretto...Certo che abbiamo fatto un bel casino, eh?"
Alice abbassò gli occhi, facendo il broncio.
"Certo che sì! Ormai, non possiamo neppure andare in giro senza un'arma, altrimenti rischiamo di..."
"Yeah, yeah, ho afferrato! Infatti, Reimu e bella compagnia hanno una mezza idea di portare almeno i più giovani in Gensokyo, almeno finchè la situazione non si sarà calmata, qui..."
La bimba fu presa da un fremito: in fondo, così i grandi avrebbero potuto lavorare senza problemi!
"...Pensi che sia l'idea migliore?"
"E io che ne so! Il boss è Reimu, se non faccio quello che vuole mi picchia! - la streghetta si mise a ridere imbarazzata, grattandosi la testa, dopodichè tese la mano all'altra - a proposito, io sono Marisa Kirisame! Non ci siamo ancora presentate, uh?"
Un po' titubante, la piccola le strinse la mano.
"...Alice Margatroid."
"Beh, comunque pensaci, eh! Sarò qui tra un paio di giorni, sai com'è, Reimu mi obbliga a lavorare al Tempio per un po'...Vabbeh, allora ci vedremo presto, no?"

I due giorni passarono, e Alice non aveva ancora deciso. Si era consultata con Yumeko, che pensava che era un'ottima idea, ma non voleva allontanarsi da Makai per raggiungere la casa delle quattro donne che avevano portato la distruzione.
Decise di stare nella grotta tutto il giorno, nonostante gli altri bambini piano piano raggiungevano il luogo dove Marisa li avrebbe portati in Gensokyo. Si sentiva quasi triste...ma non perchè vedeva tutti i suoi amici partire...
Era triste perchè non era riuscita a vedere Marisa?
Che stupida! Mica è mia amica, no?!
Ma il pensiero della streghetta le fece venire il batticuore e un rossore sul volto. Si vergognò di ciò che era successo, nascondendosi il viso tra le mani.
Stava già calando il sole, tra poco probabilmente Marisa sarebbe andata via...

Passarono altri due giorni. Alice era rimasta l'unica bambina di Makai: gli altri erano già andati nell' "altro mondo"...
"Secondo me, dovreste andarci."
Yumeko l'abbracciò piano, sussurrandole quelle parole.
"Io voglio solo essere d'aiuto anche qui..."
"L'unico aiuto che può dare è quello di andarsene, se mi permette."


Edited by Lady Cortex - 28/9/2010, 16:44
 
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